Ci sono momenti nella vita, nei quali ritornano i quesiti che per la maggior parte del tempo rimangono sopiti sotto la coltre della quotidianità.
E combinazione ho avuto occasione di incontrare il prete che, in primis con il suo esempio, ma poi con le sue interpretazioni originali del Vangelo, ritenevo potesse darmi qualche spunto per uscire dal mio agnosticismo.
Gli pongo di brutto una delle questioni che più stridono nella mia mente riguardo l’esistenza di un Dio buono. Mi parla del libero arbitrio. Rimango molto deluso e non gli pongo le eccezioni che mi vengono in mente.
Non mi spiegherò mai cosa ha a che fare con il libero arbitrio il dolore sia fisico che psicologico di una madre nel profondo Terzo Mondo che vede andarsene impotente e nell’indifferenza generale un figlio perché magari punto da una zanzara infetta. L’unica loro colpa è essere nati lì in quel momento.
Vabbè quel che è certo è che mentre io rimango con i miei dubbi teologici, quel prete di persone come quelle ne ha aiutate senza risparmio tantissime e continua a farlo.